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Papà era un uomo dai grandi sentimenti ......


"Assomigli tutta a tuo padre!!! ti mancano solo i baffi!!!"
Questo è quello che ho sentito dire nella mia infanzia per diversi anni, che di per sé era anche un complimento se avessero fatto lo sforzo di omettere quella dei baffi!!!!
Si era vero, da piccola, ero tutta mio padre....... Mio padre era un uomo buono, che voleva bene alla gente e la gente gliene voleva, solo una testa calda. Prendeva sempre le cose di petto ma poi finiva tutto in niente.....
Si gli volevano proprio bene e la manifestazione maggiore l'abbiamo avuta quando, purtroppo, non era più in vita; da lassù li ha visti tutti i suoi amici e, anche per modo di dire i suoi nemici......

Ricordo ancora con dolore quella domenica mattina, passai al bar dal suo amico Matteo e tutti i presenti non parlavano, in paese si sentiva uno strano silenzio........
Papà era un uomo dai grandi sentimenti, credeva ancora in certi valori, sempre disponibile ad aiutare gli altri quando magari era lui il primo a dover essere aiutato!
La sua gioventù ( dai racconti che mi faceva) è stata turbolenta,  figlio del secondo marito della nonna Antonia, molto dolce e forte, non severa ma che doveva occuparsi del marito nel frattempo colpito da una grave malattia, e quindi molte volte accondiscendente nei suoi confronti.
Troppo giovane, a soli 16 anni, fu mandato in Argentina dai parenti, con una grande nave e tanti giorni di viaggio...... là i suoi cugini ( pare avessero la distribuzione di una bevanda molto nota) lo accolsero nella loro famiglia e lo fecero lavorare nella azienda.
Poi se ne tornò in Italia, l'agiatezza della famiglia a quei tempi gli permise di fare una vita frivola, fino a quando però il benessere finì.... diciamo che pagò a caro prezzo alcune scelte di vita!
Conobbe mia madre e dopo qualche anno arrivai io........ poco dopo decisero di trasferirsi a vivere in campagna e da lì iniziò il suo cammino artistico, coltivando finalmente la passione che portava in grembo da sempre. Furono proprio quelle colline che lo circondavano, i campi di grano d'estate, i campi arati dell'autunno o la neve dell'inverno ad ispirargli quelle opere più belle e a lui così care.
Gandini Giacomo (Francesco) per gli amici Mino o il pittore era nato nel 1931, nel pieno della seconda guerra mondiale, non aveva frequentato nessuna Accademia nè le Belle Arti ma aveva questo dono innato......
Dipingeva  Naif, ma con uno suo stile particolare. I colori erano armoniosi, caldi, veri, ancora adesso quando mi soffermo a guardare i suoi quadri li vedo rispecchiare in  quelli della natura.
Il Naif è un arte semplice e lo rappresentava totalmente.
Partecipò a diverse mostre la più importante a Milano Palazzo Sormani vinse nel 1976 il Primo Premio de “ Il Leone D'Oro”.
Le sue opere furono pubblicate su diversi cataloghi tra cui il catalogo nazionale  Bolaffi” di Bologna
La vita del pittore non è  facile, si sa la fama spesso arriva troppo tardi  oppure non arriva mai
La nostra è stata una vita insieme troppo breve, però sicuramente unica!
La casa era sempre piena di amici di papà con cui  lui condivideva  l'arte, ogni tanto qualcuno si fermava alcuni giorni  per seguire “il maestro” ( così dicevano,  io invece  pensavo che si erano trovati vitto e alloggio gratuito per un po'). A volte mi infastidiva questo via vai, erano persone così distanti da me.
Papà aveva grande stima di me ma non me lo disse mai apertamente! Era fatto così! Se a scuola andavo bene era un mio dovere farlo, se andavo male mi riprendeva ricordandomi che era un mio dovere studiare..... però con gli amici parlava sempre di me e di quanto fossi attaccata alla famiglia e alle mie responsabilità!
Ho un grande rammarico: quello di non averlo seguito con più attenzione mentre dipingeva, non gli sono stata di supporto quando organizzava degli eventi, non sono stata al suo fianco per godere di quella mano che rendeva vita con i colori e le figure la vita dei campi e delle persone,  ero troppo piccola prima e troppo sciocca dopo,  forse perché ero in quell'età dove ci sono i primi scontri in famiglia, si è ribelli ed è tutto il contrario di tutto.
Papà è stato il mio confidente, mi accompagnava se dovevo fare commissioni, spesso ci raccontavamo di come era andata la giornata e ci lasciavamo a qualche spettegolezzo!
Poi è successo quello che nessuno pensa mai che possa accadere:  la malattia un giorno si è portato via tutto questo, in meno di sei mesi ci ha lasciati, lo ricordo ancora nel suo studio sulla sua poltrona …....
Se ne andò un sabato di maggio il 24 ( che strani scherzi fa la vita; da bambina mi cantava sempre
“ Il Piave mormorava calmo e placido al passaggio dei primi fanti il 24 maggio …..”).

Voglio chiudere così con alcuni versi scritti da nostra cugina e a lui dedicati:

“ ….. In cielo te ne andavi dipingendo ghirigori di luce e di colori e a noi quaggiù lasciavi la nostalgia di te ….”

Ciao Papà